21 giugno 2025
Si sono conclusi nel 2024 all’Alpe Sorbella, nel comune di Rassa (VC), alcuni interventi finanziati con fondi PSR 2014/2022 che hanno prodotto importanti risultati ambientali a favore della biodiversità degli habitat di prateria, di torbiera e del fagiano di monte.
I fondi PSR (Programma di Sviluppo Rurale) sono risorse economiche destinate a sostenere lo sviluppo delle aree rurali in Italia, cofinanziate dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e dalle risorse nazionali e regionali.
Proprio grazie a fondi PSR 2014-2022 (Misura 4 Operazione 4.4.3 – Bando 2022) è stato possibile realizzare una serie di interventi denominati “Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità”. Teatro delle operazioni l’area di Sorbella, che ricade all’interno di un Sito Natura 2000 (Z.P.S. IT1120027 “Alta Valsesia e Valli Otro, Vogna, Gronda, Artogna e Sorba”) il cui soggetto gestore è l’Ente di Gestione delle Aree Protette della Valsesia, benchè si tratti di una zona non compresa nell’area protetta del Parco Naturale dell’Alta Valsesia e Alta Val Strona. E’ parte di un’area più vasta, di circa 235 ettari, di proprietà privata, i cui proprietari, precedentemente associati nel Consorzio terrieri Alpe Sorbella (associazione di volontariato), sono ora soci dell’Associazione fondiaria “Consorzio Alpe Sorbella” che concede da circa 15 anni l’uso dei pascoli a un’azienda pastorale con una mandria di bovini da latte, tra la fine di giugno e la metà di settembre.
Gli interventi
“Gli interventi hanno riguardato tre settori. Innanzitutto il recupero dei prati a pascolo mediante il decespugliamento delle piante nitrofile, in modo da ricreare un ambiente adatto alle attività pastorali “ spiega Luciano Rossi, ex dipendente dell’ Ente di Gestione delle Aree Protette della Valsesia.
“Una seconda tipologia di azioni è consistita in tagli di arbusti di rododendro a mosaico per favorire la vegetazione dell’habitat del gallo forcello. Il terzo intervento, infine, è stata la posa di reti per delimitare e proteggere le torbiere, impedendo il calpestio da parte delle mandrie di mucche”.
Habitat di prateria ad uso pastorale
Negli anni più recenti la diminuzione delle attività zootecniche e l’abbandono di alcune aree ha causato una ricolonizzazione del pascolo da parte del rodoreto-vaccinieto. Quest’ultimo è il primo ambiente che si incontra quando, salendo una montagna, ci si lascia alle spalle le foreste di conifere, che vengono sostituite dai cosiddetti arbusti contorti, quali le piante di rododendro e mirtillo.
Allo stesso tempo, nelle aree circostanti alle stalle, hanno proliferato ampie aree a vegetazione nitrofila (Rumex alpinus e altre specie) grazie alle condizioni di eccessiva fertilità.
In presenza di una corretta quantità di animali al pascolo si determinano condizioni di equilibrio tra prelievi di erba e restituzioni organiche (tramite le deiezioni animali), che garantiscono le migliori caratteristiche delle praterie, in termini di composizione floristica e quindi di biodiversità. Al contrario, situazioni di carico squilibrato, con troppa o troppo poca attività di pascolamento, ne determinano un impoverimento.
Per garantire la conservazione della biodiversità delle praterie, in assenza delle mandrie che si alimentano di biomassa, calpestano il suolo e lo arricchiscono delle loro deiezioni, occorre procedere a recuperare le superfici dall’invasione di cespugli e arbusti, intervenendo meccanicamente con il decespugliamento della vegetazione arbustiva ed erbacea e, ove necessario, rimuovendo l’eccessiva pietrosità in modo da ricostituire le condizioni adatte al pascolamento.
Habitat di interesse per il fagiano di monte
Nell’area di Sorbella viene effettuato il censimento primaverile ed estivo del fagiano di monte (Tetrao tetrix), una specie compresa nell’allegato I della Direttiva 2009/147/CE (Uccelli)
Il fagiano di monte predilige arbusteti non densi e uniformi, ma strutturati a mosaico con alternanza di zone aperte e di zone chiuse per la fase riproduttiva e lo sviluppo delle nidiate. Questo animale è considerato un importante indicatore ambientale, in quanto è molto esigente nei confronti dell’habitat in cui vive ed è molto sensibile ai suoi cambiamenti.
Le aree a vegetazione erbacea permettono ai piccoli di muoversi e sono ricche di insetti, principale fonte di nutrimento nelle prime settimane di vita, mentre le aree a vegetazione arbustiva a mirtillo e rododendro, costituiscono un importante riparo da predatori e agenti atmosferici.
Tra le cause principali del declino delle popolazioni di questa specie sulle Alpi, vi è proprio la perdita e degradazione del suo habitat tipico, legata all’abbandono delle tradizionali attività agro-pastorali e alla ricolonizzazione dei pascoli da parte degli arbusti di rododendro, mirtillo, ontano verde con eccessiva chiusura delle aree aperte. Il progetto ha quindi inteso ricreare l’habitat ideale per il fagiano di monte, con un taglio degli arbusti per creare radure e corridoi a contorno irregolare (a dente di sega) per ottenere un maggior effetto margine, che determina un aumento della biodiversità ed è più favorevole ai pulcini.
Habitat di torbiera
A circa 1800 m, in corrispondenza di alcuni pianori, sono presenti due habitat di torbiera e numerose piccole zone umide.
Le torbiere sono un habitat importante che come tale va tutelato. Per questo sono state posate recinzioni mobili elettrificate, durante la stagione del pascolo, per difenderle dal calpestio e dalle deiezioni del bestiame, che vengono rimosse negli altri periodi dell’anno.
Bilanci e prospettive
“La prima fase si è conclusa nel 2020 ed è stata finanziata per un importo di circa 100 mila euro, la seconda nel 2024 con 93 mila euro di fondi. Questi interventi potranno proseguire anche in futuro, in presenza di nuovi fondi, grazie alla convenzione con l’associazione fondiaria proprietaria dei terreni che ha dato la sua disponibilità a operare lavori di miglioramento ambientale. Un primo, positivo bilancio, riguarda la presenza del gallo forcello, I monitoraggi effettuati in primavera ci dicono che la popolazione di questo tetraonide è infatti aumentata. Allo stesso tempo abbiamo assistito ad un aumento delle zone destinate a pascolo” conclude Rossi.
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